L’obesità è una malattia complessa che risente di numerose variabili.
Vediamo quali sono le possibilità terapeutiche scientificamente
dimostrate allo stato attuale.
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L’obesità è una malattia complessa con molte cause. Come spiega il
professor Arya Sharma, direttore scientifico di Obesity Canada,
specializzato nel trattamento dell’obesità, “Non esiste un’unica
strategia efficace per tutti i pazienti. Qualsiasi piano di gestione
efficace prevede strategie a lungo termine che aiutano i pazienti a
ridurre il peso corporeo e a evitare di riprenderlo”.
Un piano terapeutico, quindi, deve poter prevedere diverse opzioni
di trattamento e, soprattutto, essere flessibile: man mano che si
procede nel percorso di gestione del peso, infatti, un tipo di
trattamento potrebbe rivelarsi più efficace di altri per quello
specifico paziente. Inoltre, deve potersi adattare alle diverse
esigenze ed evolversi nel tempo. Per questo è fondamentale il ruolo
dell’operatore sanitario: grazie alla sua esperienza e professionalità
potrà identificare, in accordo con il paziente, quale sia l’opzione
terapeutica più indicata. Di come capire se possano esserci le basi
per un rapporto di fiducia e stima, ponendo le domande giuste allo
specialista, abbiamo parlato in
questo articolo. Vediamo, ora, quali sono le possibilità
scientificamente dimostrate attualmente a disposizione degli operatori
sanitari per la cura dell’obesità.
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Le persone affette da obesità o sovrappeso hanno bisogno di un piano
terapeutico personalizzato, studiato su misura delle proprie esigenze.
Soltanto uno specialista potrà identificare quello più adatto.
Il controllo dell’alimentazione è il primo fondamentale pilastro di
un percorso di perdita di peso. È importante essere consapevoli che
non esistono diete “miracolose” e soprattutto valide per tutti.
Cambiare il modo di mangiare non significa soltanto consumare meno
calorie, ma sviluppare un piano personalizzato di gestione del peso, a
partire dalle abitudini alimentari del paziente. Un’attenta
valutazione potrà verificare, per esempio, se esistono momenti della
giornata in cui si è più a rischio di mangiare troppo o di consumare
cibi poco sani e dovrà considerare dove si consumano i pasti, se il
paziente è abituato a mangiare quando si sente stanco, stressato o
triste e come vive la sensazione di sazietà dopo aver consumato il
pasto. Tutte queste valutazioni aiuteranno il paziente ad acquisire un
rapporto più consapevole con il cibo. Esistono molte diete che
hanno una buona validità scientifica e un buon profilo di sicurezza,
dalla dieta mediterranea alla ipocalorica ipolipidica, dalla dieta a
basso o bassissimo contenuto di carboidrati (chetogenica) alla
vegetariana, e via dicendo. La dieta migliore? Quella a cui il
paziente può aderire più facilmente. È pertanto fondamentale discutere
dei propri obiettivi e delle proprie abitudini alimentari con il
medico, in modo che possa suggerire uno schema alimentare su misura.
Attività fisica
Fare attività fisica è alla base non solo di un percorso di lotta a
sovrappeso e obesità ma è un cardine per mantenersi in salute.
Ovviamente non bisogna correre una maratona ogni giorno: soprattutto
se si è poco abituati all’attività fisica, per iniziare può essere
sufficiente aggiungere un po’ di movimento alle normali attività della
vita quotidiana. Alzarsi e muoversi per qualche minuto ogni ora può
essere un buon inizio e fare già la differenza. Poi si può man mano
aumentare: spostarsi a piedi, fare le scale quando possibile,
aggiungendo gradualmente nuove attività, meglio se piacevoli, che
possano diventare abitudini da portare avanti nel tempo.
Terapia comportamentale
Corpo e mente sono strettamente connessi ed è quindi importante
considerare anche gli aspetti psicologici della gestione del peso. A
questo serve la terapia comportamentale: aiuta a identificare modelli
di pensiero, emozioni e comportamenti che sono alla base di un
eccessivo consumo di cibo e del conseguente aumento di peso, come per
esempio assumere porzioni troppo grandi o spuntini frequenti, o
l’abitudine di mangiare e bere anche quando non si ha fame. Obiettivo
della terapia comportamentale è contribuire all’acquisizione di
competenze che consentano di alterare queste abitudini e favorire il
mantenimento a lungo termine della perdita di peso e il miglioramento
delle condizioni di salute.
Sebbene si tratti di un approccio terapeutico ancora poco noto, le
evidenze scientifiche in merito sono solidissime, tanto che tutte le
linee guida per il trattamento dell’obesità inseriscono la terapia
comportamentale nell’ambito dei punti fermi del trattamento.
La terapia comportamentale prevede incontri singoli o di gruppo e
persino l’utilizzo di manuali di auto aiuto. Come per gli altri
trattamenti, è opportuno affidarsi a un team specializzato che possa
fornire le indicazioni più corrette per il singolo paziente.
Pasti sostitutivi/dieta ipocalorica chetogenica
Le principali linee guida nazionali e internazionali indicano, tra le
terapie contro l’obesità, le diete ipocaloriche con l’ausilio di pasti
sostitutivi. I pasti sostitutivi sono prodotti a contenuto calorico
controllato che contengono nutrienti essenziali, vitamine e minerali.
Sono solitamente ricchi di proteine e poveri di grassi e carboidrati,
e possono far parte di un piano dietetico sottoposto a supervisione
medica che prevede la sostituzione di uno o più pasti ogni giorno con
alimenti o formulazioni che forniscono un determinato numero di
calorie, per esempio tra 600 e 800 calorie al giorno. Perché sia
efficace e priva di rischi, questo tipo di dieta deve essere seguita
sempre sotto controllo medico.
Farmaci anti obesità
I processi biologici che influenzano l’appetito non sono sempre
controllabili in maniera consapevole. È qui che intervengono, in modi
diversi, i farmaci anti-obesità. Non tutte le persone con obesità
dovrebbero utilizzare farmaci per il trattamento del peso, ma quando
la dieta da sola a un certo punto non permette di raggiungere gli
obiettivi sperati, è spesso utile inserirli.
Farmaci diversi agiscono in modi diversi. Alcuni aiutano a regolare
l’appetito e a ridurre le porzioni di cibo: questo permette di
mangiare meno e rende più facile modificare lo stile di vita. I
farmaci anti-obesità possono anche aiutare a prevenire il riacquisto
di peso gestendo le risposte biologiche dell’organismo alla perdita di
peso, come per esempio il continuo aumento della fame. Altri farmaci,
infine, aiutano a perdere peso alterando il modo in cui il corpo
metabolizza alcuni nutrienti, in particolare i grassi.
Purtroppo, in passato sono stati utilizzati farmaci per il
trattamento del peso che hanno causato effetti collaterali molto
importanti in chi ne ha fatto utilizzo. Questo ha creato diffidenza
nei confronti dei farmaci, diffidenza non più giustificata sulla base
del profilo benefici-rischi dei nuovi farmaci per obesità. Al giorno
d’oggi, i controlli preliminari all’immissione in commercio dei
farmaci sono molto stringenti. Come per ogni tipologia di intervento,
tuttavia, è importante affidarsi al proprio medico per adottare la
strategia più sicura ed efficace. È fondamentale comprendere che
l’utilizzo di un farmaco per la terapia dell’obesità non rappresenta
un fallimento né una condanna a vita, ma deve essere vissuto alla
stessa maniera di un farmaco prescritto, per esempio, per la pressione elevata.
Chirurgia bariatrica
Opzione terapeutica per l’obesità grave, il termine chirurgia
bariatrica indica diverse tipologie di intervento che hanno lo scopo
di modificare l’apparato digerente, riducendo la quantità di cibo che
una persona è in grado di ingerire in un unico pasto o l’assorbimento
calorico. È stato dimostrato che apportano cambiamenti metabolici e
ormonali, che svolgono un ruolo importante nella regolazione del peso.
I cambiamenti ormonali che si verificano hanno la funzione di
prevenire il riacquisto di peso.
Gli interventi più comunemente utilizzati sono la manicalizzazione
dello stomaco (sleeve gastrectomy), che porta alla riduzione di volume
dello stomaco, e il bypass gastrico, una modifica più complessa
dell’anatomia gastrointestinale che da una parte riduce il volume
dello stomaco in una modalità simile alla manicalizzazione, e
dall’altra induce una riduzione dell’assorbimento di alcuni nutrienti.
La chirurgia bariatrica è sicuramente la strategia che mostra una
maggiore efficacia nel lungo termine, ma non è applicabile a tutti. È
pertanto fondamentale sottoporsi a una serie di accertamenti
psicologici e medici, diffidando dei centri che propongono un
determinato intervento dopo la visita di un solo specialista chirurgo.
Inoltre, i rischi dell’intervento esistono e sono tanto più alti
quanto maggiore è il peso del paziente, tanto che è assolutamente
necessario prepararsi all’intervento con un calo ponderale del 5-10%.
È inoltre fondamentale proseguire con controlli periodici dopo
l’intervento con un medico esperto in trattamento dell’obesità, in
modo da controllare il corretto utilizzo di integratori necessari
nella maggior parte dei casi, e assicurarsi che la propria
alimentazione sia corretta. Troppo spesso, infatti, si tende a
consumare cibi densi in calorie e poveri in proteine e fibre, andando
a perdere massa muscolare a acquistando massa grassa. Sebbene,
quindi, la terapia chirurgica abbia un eccellente rapporto
costo-beneficio nel trattamento dell’obesità, non è una cura
miracolosa, e necessita comunque di un impegno continuo per ottenere i
risultati prefissati a mantenerli nel tempo senza incorrere in
problemi di salute.
Dispositivi intragastrici
L’utilizzo del cosiddetto palloncino intragastrico rappresenta
una opzione terapeutica che permette spesso di ottenere un buon calo
ponderale nel breve termine. Esistono in commercio diversi
dispositivi, alcuni dei quali possono essere tenuti anche per un anno.
Mimano in maniera reversibile un intervento, e possono essere un
valido aiuto per ottenere un calo ponderale importante in visione di
un intervento vero e proprio. Come tutte le strategie terapeutiche,
possono portare a effetti collaterali come anche a un fallimento, ed è
importante sottolineare che anche qui il follow up nutrizionale è
d’obbligo. Nel momento in cui, asportato il palloncino, ho acquisito
un corretto stile di vita a di alimentazione, allora ho buone
possibilità di mantenere il peso perso, in caso contrario, tornando a
mangiare come prima, inevitabilmente tornerò al peso iniziale.
Stimolazione magnetica trascranica
La stimolazione magnetica transcranica (Tms) è una metodica non
invasiva e indolore di stimolazione neurofisiologica che genera un
campo magnetico in grado di modificare l’attività cerebrale in
specifiche aree del cervello. Questa stimolazione è in grado di
indurre cambiamenti nei circuiti neurali coinvolti nelle patologie
trattate. Utilizzata per il trattamento di alcune forme di dipendenza,
può portare, se ripetuta nel tempo, a effetti clinici duraturi. Si
tratta di una metodica in fase sperimentale e non ancora presente
nelle linee guida attuali.
Conclusioni
È importante ricordare che l’obesità è una malattia cronica
difficile da trattare, dove di frequente un singolo approccio
terapeutico non mantiene la sua efficacia per sempre. Si deve, quindi,
intraprendere un percorso analogo a quello che si segue per tutte le
altre malattie: mi affido a uno specialista della materia, mi
sottopongo alle terapie più indicate, faccio controlli periodici per
assicurarmi che la situazione si mantenga stabile, ed adeguo il
trattamento con l’aiuto dello specialista ogni qualvolta sia
necessario. Solo così il trattamento dell’obesità può essere efficace
nel lungo termine.
La scelta del percorso di cura
Solo uno specialista può identificare la tipologia di
trattamento più adatta per ciascun paziente, definendo un piano di
gestione del peso personalizzato. Nessuno, però, può prevedere quale
sarà la risposta del paziente al trattamento prescritto, perché
ciascuno è diverso. È per questo motivo che il medico può trovarsi a
cambiare o a regolare il piano di gestione del peso strada facendo, a
seconda della risposta dell’organismo e delle esigenze individuali.
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