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Obesità: non è colpa di tuo figlio

Disagio, imbarazzo, persino senso di colpa: l’obesità porta con sé tutta una serie di problematiche che rivestono la sfera psicologica, rendendo difficili le relazioni con gli altri. E queste sensazioni si moltiplicano in una delle età più difficili: l’adolescenza. Importante, allora, stare vicino al proprio figlio in sovrappeso o con obesità nel modo giusto, evitando di colpevolizzarlo e accompagnandolo in ogni progresso. 

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Tutti conosciamo il senso di disagio e insoddisfazione tipici dell’adolescenza, quell’età che, a partire dalla pubertà, prepara la strada alla costruzione dell’adulto che diventeremo. Un’età in cui ci si misura con il proprio aspetto, in continuo e misterioso divenire, e in cui il confronto con i coetanei è sfidante e spesso spietato. 

È durante questa età che si sviluppa il fisiologico conflitto con i genitori, che non sono più gli eroi infallibili della nostra infanzia, ma esseri imperfetti e ingombranti ai quali non solo non si vuole più assomigliare, ma dai quali si vorrebbe talvolta prendere le distanze. Un passaggio fondamentale verso la vita adulta che permette di affermarsi come individui con una propria identità indipendente dai genitori, ma che spesso apre la porta di casa a incomprensioni, frustrazione, senso di fallimento.

Per questo, quando  l’obesità riguarda un adolescente, le problematiche si moltiplicano, perché al disagio legato al peso si aggiunge questa componente conflittuale con i genitori, che spesso non riescono a stare vicino ai figli nel modo giusto.

 

Quando l’obesità riguarda un adolescente, le problematiche si moltiplicano, perché al disagio legato al peso e all’età si aggiunge l’incomprensione da parte dei genitori, che spesso non riescono a stare vicino ai figli nel modo giusto.

L’importanza di non colpevolizzare

Contrariamente a quanto succede con i disturbi alimentari come l’anoressia, riconosciuta come malattia e inserita in un percorso di cura multidisciplinare che include il fondamentale supporto psicologico, con l’obesità spesso le cose vanno diversamente. Può succedere, infatti, che i genitori tendano, seppur inconsciamente, a colpevolizzare il proprio figlio per la sua condizione di sovrappeso o obesità e questa colpevolizzazione innesca dei meccanismi distruttivi che si ripercuotono poi inevitabilmente sulle probabilità di successo della cura.

A nessun genitore verrebbe in mente di sgridare o colpevolizzare una figlia con anoressia, mentre il figlio in sovrappeso o con obesità viene talvolta accusato di essere pigro, di avere poca forza di volontà, di non voler davvero cambiare e di essere, in qualche modo, responsabile della propria condizione.

 

 

Va compreso, invece, che il primo occhio critico è proprio quello che l’adolescente rivolge su se stesso, ma che un peso determinante hanno anche gli sguardi dei coetanei. Sguardi che se accompagnati da commenti, bisbigli, risatine, fino a sfociare nel bullismo, possono diventare insostenibili. Per questo sarebbe bene non aggiungere a un così pesante fardello anche l’ostilità dei genitori, che, per eccesso di aspettative o per un approccio sbagliato verso la malattia, possono finire col trasformarsi in inconsapevoli sabotatori del percorso di guarigione del proprio figlio.

È importante fare in modo che i figli percepiscano, invece, comprensione, vicinanza, affetto, che siano  accompagnati e sostenuti nel percorso di cura e che sappiano di avere degli alleati su cui contare, ma è anche fondamentale che sia rispettata la loro sfera più intima e riservata, nella quale non sempre c’è posto per le preoccupazioni dei genitori.

 

Può succedere che i genitori tendano, seppur in modo inconscio, a colpevolizzare il proprio figlio per la sua condizione di sovrappeso o obesità, finendo con il sabotare involontariamente il suo percorso di guarigione.

Affrontare la condizione di obesità durante l’adolescenza può essere molto complicato, in un’età già difficile. I genitori devono imparare a far sentire al figlio la propria vicinanza, senza colpevolizzarlo per la propria condizione e accompagnandolo nei suoi traguardi.

Per approfondire
  • Intimate saboteurs, (Gaye Andrews), Obesity Surgery, 7, 1997

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