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10 consigli per prevenire i disordini alimentari nei figli

Fin da piccoli i figli sono fortemente influenzati dai nostri comportamenti. Fornire loro solide basi di autostima indipendentemente dall’aspetto fisico e buone regole a tavola, ma senza troppe restrizioni o sensi di colpa, li renderà più forti e consapevoli.

 

4 min. tempo di lettura
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L’età in cui compaiono i disturbi alimentari nei giovanissimi è sempre più bassa, per questo molti studi si sono concentrati sul rapporto genitori/figli, perché la famiglia è il primo ambiente che influenza il loro sviluppo psicofisico. Tramite quello che dicono, ma soprattutto quello che fanno, i genitori hanno una forte influenza sui comportamenti che bambini e ragazzi maturano nei confronti del cibo e con il proprio corpo. Una maggiore consapevolezza e autostima li renderà più forti anche di fronte alla minaccia dei disturbi alimentari. Ecco, quindi, quali sono gli errori da evitare e come, invece, è meglio comportarsi in tema di cibo, peso e percezione di sé. 10 semplici consigli per aiutare i nostri figli a essere più forti e consapevoli e a sviluppare un’autostima fondata sulle proprie caratteristiche e capacità e non sul proprio aspetto fisico.

 

Gli errori da evitare

1. Dire a un bambino quando e quanto mangiare

Stabilire delle regole per i pasti e insegnare ai figli a “stare a tavola” è fondamentale, tuttavia non bisogna dimenticare che i bambini, fin da piccoli, hanno la straordinaria capacità di autoregolarsi. Sono in grado di capire da soli quando hanno fame e quando sono sazi, ed è importante che siano lasciati liberi di ascoltare il proprio corpo e di assecondare questa capacità, anche se questo può significare concedere uno spuntino prima di un pasto, se sono particolarmente affamati.

 

 

 

2. Sgridare un bambino perché ha preso peso

Sbalzi di peso sono normali, soprattutto quando si va verso l’adolescenza. Colpevolizzare i figli per l’aumento di peso, o per una condizione di sovrappeso o di obesità non soltanto non serve, ma può essere controproducente. 

3. Categorizzare il cibo in “buono” o “cattivo”

Facile cadere nella tentazione di etichettare gli alimenti in sani=permessi e non sani=proibiti. Ma questo non aiuterà i nostri figli ad avere un rapporto sereno con il cibo quando frequenteranno gli amici e si ritroveranno, inevitabilmente, a fare i conti con hamburger, patatine, bibite e pizzette. Piuttosto, è bene spiegare loro con molta tranquillità che ci sono alimenti che li aiutano a crescere sani e forti - e che, quindi, non devono mai mancare - mentre ce ne sono altri che non fanno altrettanto bene, il loro scopo è edonistico e si possono mangiare una volta ogni tanto.

 

 

4. Parlare costantemente di dieta

Se un genitore è a dieta potrebbe involontariamente trovarsi a parlarne spesso in famiglia, condividendo traguardi e sacrifici. Ma i figli ascoltano tutto quello che diciamo, e, specialmente se molto piccoli, non sono in grado di “filtrare”. Assorbono tutto ciò che viene detto e se parliamo costantemente della nostra dieta, se ci vedono sempre attenti a misurare ogni centimetro guadagnato o chilo perso, il messaggio che rischiano di interiorizzare è che essere a dieta sia una condizione normale e che una persona valga solo per la forma o il peso che ha.

5. Associare successi o miglioramenti della vita alla futura perdita di peso

Dire: “Quando perderai peso potrai riuscire meglio in questo sport o indossare il tal vestito” veicola messaggi che, per quanto involontari e a fin di bene, possono minare le sicurezze e l’autostima del bambino, che si sentirà inadeguato per via della sua condizione e, talvolta, persino meno amato.

 

 

Imporre regole troppo severe a tavola e giudicare le persone in base al peso sono i primi errori da evitare quando si vuole educare i figli a un approccio sereno al cibo.

Comportamenti positivi

 

1. Dare il buon esempio

Sembrerà scontato, ma se in famiglia si segue uno stile di vita sano e attivo, il bambino lo interiorizzerà, anche semplicemente per imitazione, considerando un comportamento normale  alimentarsi correttamente e fare attività fisica per il proprio piacere e il proprio benessere e non per assecondare modelli estetici.

2. Dimostrare serenità verso il proprio corpo imperfetto

Abiti leggeri e corti, costume in spiaggia e in piscina, tenuta da palestra: sono tante le occasioni in cui ci troviamo a esibire il nostro corpo con tutte le sue imperfezioni. Ricordiamoci che i figli ci osservano sempre: il messaggio che riceveranno, se ci vedranno sereni, sarà di un genitore che, anche con qualche chilo di troppo o con un fisico non scolpito di muscoli, non perde la propria autorevolezza, né la capacità di piacersi e di godere del mare e del sole, perché non è dall’aspetto fisico che dipende la felicità.

3. Bandire qualsiasi giudizio legato all’aspetto fisico 

Questa deve essere una regola assoluta: dare valore alle persone esclusivamente per quello che dicono e per quello che fanno e sono e non abbandonarsi mai a giudizi o battute legate all’avvenenza oppure, al contrario, a difetti fisici. Mai sottolineare, né giudicare, aumenti di peso o dimagrimenti.

 

4. Fornire gli strumenti per filtrare le informazioni e gli esempi

Guardare insieme riviste, programmi tv, siti e social e imparare a “leggere” nel modo giusto il messaggio che spesso viene veicolato, sottolineando che la perfezione esibita è quasi sempre il risultato di fatica, lunghe sedute di trucco e acconciatura -e spesso di fotoritocco- per nascondere le imperfezioni del corpo. Per molte di queste persone la cura del proprio corpo è un vero e proprio “lavoro”: sono a tutti gli effetti dei professionisti. Difficilmente le persone che svolgono altre professioni avranno la necessità di dedicare tali e tante attenzioni al proprio aspetto.

5. Educare bambini e bambine in modo inclusivo, senza pregiudizi legati al peso o al sesso

Cercare sempre di favorire la loro autostima e la libertà di esprimersi nel rispetto degli altri. Evitare di avere, per esempio nei confronti dei figli di sesso diverso, atteggiamenti differenti riguardo all’importanza della cura di sé, dell’aspetto fisico, ma anche dei ruoli domestici o sociali. Un’autostima solida e libera, senza complessi né pregiudizi, è uno dei principali strumenti per prevenire i disturbi alimentari e mantenere un rapporto equilibrato con il proprio corpo.

 

Mostrarsi sereni verso il proprio corpo, con tutte le sue imperfezioni, e seguire una dieta bilanciata per mantenersi in salute e non per perdere peso è il migliore esempio che possiamo dare ai nostri figli per evitare che quello dei chili di troppo diventi un chiodo fisso

 

Il rapporto degli adolescenti con il cibo è influenzato da quello che i figli vedono e ascoltano in famiglia: attraverso il buon esempio potrai fornire a tuo figlio gli strumenti per costruire una solida autostima e per non cadere nella spirale dei disturbi alimentari

Per approfondire
  • 15 Ways to Keep your child from developing an eating disorder, www.ahaparenting.com
  • Céline Leboeuf, What Is Body Positivity? The Path from Shame to Pride, in Philosophical Topics, vol. 47, n. 2, 2019, pp. 113–128

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